Pillole di Cardiologia

  • Come è fatto il cuore?
    Il cuore è un potente muscolo che ha la funzione di pompare il sangue in tutto il nostro organismo. Per semplicità possiamo suddividere il cuore in due parti; la parte destra (atio e ventricolo di destra) serve a portare il sangue ai polmoni per farlo ossigenare. La parte sinistra (atrio e ventricolo di sinistra) serve invece a portare il sangue ricco di ossigeno in tutto il nostro organismo.

    Cosa sono le valvole cardiache?
    Le valvole cardiache sono 4 strutture che dividono le camere cardiache direzionando il flusso sanguigno: la valvola tricuspide separa l’atrio destro dal ventricolo destro, la valvola polmonare separa il ventricolo destro dall'arteria polmonare, la valvola mitrale separa atrio e ventricolo sinistro e la valvola aortica separa il ventricolo sinistro dall’aorta. Esse sono strutture sottili e resistenti che si aprono e si chiudono in maniera sincrona con i battiti del cuore. Quando una valvola non si chiude adeguatamente si parla di insufficienza valvolare, quando non si apre abbastanza si parla di stenosi. Il funzionamento delle valvole si valuta attraverso la visita cardiologica, ricercando la presenza di eventuali soffi mediante l’auscultazione, e con l'ecografia cardiaca

    Cosa sono le coronarie?
    Le coronarie sono le arterie del cuore e si chiamano Discendente Anteriore, Circonflessa e Coronaria Destra. Come ogni muscolo il cuore ha bisogno di ossigeno per funzionare ; il rifornimento di ossigeno viene garantito da tre arterie, le arterie coronarie. Un'ostruzione in questi vasi da parte di una placca di colesterolo può portare a sofferenza cardiaca o ad infarto

    Perché il cuore batte?
    Il cuore è in grado di battere grazie ad un vero e proprio impianto elettrico, una serie di fili della corrente che ne attraversano le pareti muscolari permettendogli di contrarsi per pompare il sangue. Un'anomalia di tale impianto elettrico può provocare disturbi del ritmo cardiaco denominati aritmie.

  • Cos’è ?
    La fibrillazione atriale è una aritmia del cuore che nasce dall’ atrio sinistro e causa un battito irregolare.
    È l’ aritmia più diffusa nella popolazione; fortunatamente non è pericolosa per la vita, ma può causare una complicanza molto temuta ed invalidante: l’ictus cerebrale.

    Chi colpisce?
    Gli uomini sono colpiti dalla fibrillazione atriale più delle donne. In generale la prevalenza di questa aritmia aumenta con l’età (ne soffre il 10% della popolazione anziana) ma può interessare anche i più giovani.

    Come si manifesta?
    Palpitazioni, debolezza, affaticabilità, dolore al petto, mancanza di respiro, sono i sintomi più frequenti. In alcuni casi la fibrillazione è asintomatica. La mancanza di sintomi può ritardare la diagnosi ed aumentare il rischio di ictus cerebrale.

    Come si fa la diagnosi?
    Il Cardiologo riesce a diagnosticare la fibrillazione atriale anche solo auscultando il cuore.
    L’ elettrocardiogramma è l’ esame indispensabile per confermare la presenza della fibrillazione. Anche l’ecografia cardiaca può fornire importanti informazioni, come la dimensione degli atri, le camere da cui nasce la fibrillazione. Ci sono casi in cui vi è un forte sospetto di fibrillazione ma non è presente al momento della visita. In questi casi è molto utile l’holter cardiaco (ECG) delle 24 ore. Esistono poi dispositivi come il Loop Recorder che possono registrare il battito cardiaco per molti anni.

    Perché la fibrillazione può causare ictus?
    Quando il cuore fibrilla, all’ interno degli atri, le camere superiori del cuore, si verifica una stasi di sangue.
    Il flusso cioè è rallentato e questo favorisce la formazione di coaguli di sangue all’interno del cuore stesso. Questi coaguli (detti anche trombi) possono staccarsi dal cuore ed andare in circolo (embolia): quando raggiungono le arterie che irrorano cervello, causano l’ictus cerebrale, perché il cervello rimane senza ossigeno a causa del coagulo

    Qual è la terapia?
    I farmaci anticoagulanti servono a rendere il sangue più fluido e quindi evitare la formazione di coaguli e prevenire l’ ictus.
    Ci sono poi farmaci anti-aritmici che aiutano il cuore a battere in modo regolare. La cardioversione elettrica poi, è una tecnica sicura, rapida ed efficace per interrompere la fibrillazione atriale e consiste nel somministrare una piccola scossa indolore al cuore per resettarlo e far tornare il ritmo regolare. Anche l’ablazione può risolvere la fibrillazione ed evitare che si ripresenti. Chiedi consiglio al tuo Cardiologo.

    Si può prevenire?
    Quando la fibrillazione atriale è secondaria ad interventi di cardiochirurgia, cardiopatie o problemi valvolari, non si può prevenire.
    In tutti gli altri casi la fibrillazione atriale si può evitare adottando uno stile di vita sano, basato su dieta equilibrata ed attività fisica regolare, di tipo aerobico. Chiedi consiglio al tuo Cardiologo.

  • Il Defibrillatore cardiaco è un dispositivo salva vita molto simile al Pace Maker. È costituito da una cassa che si posiziona sotto la pelle nella regione pettorale sinistra e da uno o più elettrocateteri che raggiungono l’ interno del cuore (intervento analogo al Pace Maker).


    A cosa serve?
    Il Defibrillatore ha due funzioni: è in grado di generare piccoli impulsi elettrici che servono a stimolare il cuore come un normale Pace Maker, ma è anche in grado di emettere uno shock. Lo shock è un potente impulso elettrico che serve a resettare il ritmo del cuore qualora si presentassero aritmie pericolose per la vita.


    Chi ha bisogno del defibrillatore?
    La maggior parte delle aritmie pericolose per la vita sono causate dall' infarto. Fortunatamente non tutte le persone malate di infarto sono a rischio. Il Cardiologo riesce, attraverso la visita, l'ecografia cardiaca ed il test da sforzo a valutare il funzionamento del cuore e il rischio di sviluppare queste aritmie. L’ infarto non è però l’unica causa di morte per aritmia. Ci sono infatti altre condizioni, spesso congenite o ereditarie, che possono favorire l’insorgenza di aritmie pericolose. Tra queste condizioni figurano la dilatazione cardiaca, alterazioni degli elettroliti, la sindrome di Brugada.

  • Cos‘è?
    Il Pace Maker è un dispositivo di dimensioni ridotte che eroga piccoli impulsi elettrici. Questi impulsi elettrici viaggiano all’interno di elettrocateteri per raggiungere il
    cuore e stimolarlo quando questo batte troppo lentamente.

    A cosa serve?
    L’indicazione più frequente al posizionamento del pace maker è la bradicardia. Il cuore cioè batte troppo lentamente e questo può comportare affaticamento o, in alcuni casi, svenimento. In questi casi il pace maker impedisce al cuore di rallentare troppo, mantenendo una frequenza cardiaca normale.

    In cosa consiste l’intervento?
    Il Cardiologo Elettrofisiologo posiziona gli elettrocateri all’interno del cuore mediante una puntura indolore nella regione della clavicola sinistra. Dopodiché, attraverso una piccola incisione sulla cute, posiziona il Pace Maker sotto la pelle. Infine chiude la ferita con dei punti di sutura.

    Quanto dura l’intervento?
    La durata dell’ intervento varia a seconda del tipo di Pacemaker. Solitamente l’intervento richiede da 30 a 60 minuti.

    È doloroso?
    No. L’ operazione si svolge sempre in anestesia locale per cui non si avverte dolore nella sede di intervento.

    Dopo l’intervento posso riprendere una vita normale?
    Si. Il giorno stesso dell’ intervento è preferibile limitare i movimenti del braccio sinistro. Nel mese successivo all’intervento è preferibile evitare eccessivi movimenti di rotazione della spalla sinistra. Chiedi consiglio al tuo Cardiologo per ulteriori chiarimenti.

    Quanto dura la batteria?
    La durata della batteria varia in base al tipo di Pacemaker. Mediamente dura da 5 a più di 10 anni. Quando la batteria si esaurisce si può sostituire con un semplicissimo intervento.

  • L’ infarto è la prima causa di mortalità nel mondo Occidentale. Vediamo insieme perché molte persone soffrono di infarto e come è possibile diagnosticare, curare e prevenire questa malattia.

    Cos’è l’infarto?
    Le malattie delle arterie coronarie fanno parte delle cosiddette “patologie cardiovascolari”, che rappresentano purtroppo la principale causa di morte nei paesi occidentali. Le malattie delle arterie coronarie si sviluppano quando le arterie coronarie, i principali vasi sanguigni che forniscono sangue al cuore, sono danneggiati o malati e il cuore non riceve un sufficiente apporto di sangue.

    Cosa causa l’infarto?
    La principale causa delle malattie delle arterie coronarie è l’arteriosclerosi, ovvero il restringimento delle arterie a causa dell’accumulo di placche di colesterolo. Come conseguenza di ciò il sangue fatica a scorrere nelle arterie e a raggiungere il cuore. I tessuti cardiaci che non sono sufficientemente irrorati dalla coronaria malata sviluppano sofferenza. Se tale sofferenza persiste e non si provvede a ripristinare il corretto flusso sanguigno, la zona di tessuto cardiaco andrà incontro a morte o "infarto".

    Quali sono i fattori di rischio?
    Il fumo, l’ ipertensione arteriosa, il sovrappeso, l’ obesità, il diabete, il colesterolo elevato nel sangue rappresentano i principali fattori di rischio modificabili che possono portare ad infarto. Il fattore di rischio non modificabile è la familiarità per infarto. L’ infarto dunque è una malattia che si può prevenire, eliminando quelle abitudini di vita sbagliate, frutto della sedentarietà e dello stress.

    Quali sono i sintomi?
    Il dolore al petto è solitamente il sintomo tipico dell’ infarto. Qualche volta il dolore può interessare anche il braccio sinistro, la mandibola. raramente può far mal il braccio destro. Raramente l’ infarto può manifestarsi con sintomatologia particolare, come sensazione di indigestione o bruciore allo stomaco. Talvolta puo anche non dare sintomi ne dolore, il cosiddetto ‘infarto silente’.

    Come si fa la diagnosi?
    La diagnosi di infarto richiede una valutazione cardiologica completa. Il cardiologo, attraverso il racconto del paziente, può sospettare la presenza di infarto o di predisposizione ad infarto. L’ elettrocardiogramma permette di capire se c’ è un infarto in atto. L’ ecografia cardiaca permette al Cardiologo di vedere il funzionamento del cuore e del muscolo cardiaco che può essere danneggiato in caso di infarto. Altri approfondimenti, tra cui il test da sforzo al cicloergometro, permettono di quantificare la probabilità di sviluppare un infarto. Attraverso un prelievo di sangue con la ricerca delle Troponine, si può confermare la diagnosi di infarto.

    Come si cura?
    La Coronarografia è l’ intervento che permette al Cardiologo di visualizzare le arterie coronarie e di pulirle dalle ostruzioni responsabili dell’ infarto. Questa operazione si chiama angioplastica. Una volta pulita la coronaria malata, si posiziona solitamente uno stent che serve a tenere aperto il vaso sanguigno ed impedire che si chiuda nuovamente. Raramente, se le coronarie sono molto malate, si deve ricorrere alla cardiochirurgia ed al posizionamento di bypass.

  • In termini medici, ipertensione arteriosa si riferisce al riscontro di una pressione di sangue nelle arterie persistentemente elevata. In questa sezione rispondo alle domande più frequenti riguardanti questo fattore di rischio cardiovascolare tanto diffuso.


    Quali sono i sintomi?
    Nella maggior parte dei soggetti l’ipertensione è asintomatica, cioè non da segno di sé. Talvolta può manifestarsi con cefalea (mal di testa), capogiri, ronzio, affaticamento. Un’ipertensione grave aumenta il carico cardiaco e può dare luogo a dolore toracico o respiro affannoso.

    Quali sono le possibili complicanze?
    In caso di ipertensione arteriosa di lunga durata, dovendo lavorare più intensamente per pompare il sangue, il cuore si ingrossa e le sue pareti si ispessiscono e si irrigidiscono. Come conseguenza le camere cardiache non riescono più a dilatarsi in modo normale e si riempiono con maggiore difficoltà, provocando un ulteriore incremento del lavoro cardiaco. Con il passare del tempo tali cambiamenti possono portare allo sviluppo anomalie del ritmo cardiaco o insufficienza cardiaca.

    Quali sono le cause?
    La forma più frequente di ipertensione, l'ipertensione così detta primaria, non ha una causa certa. Essa sembra essere dovuta ad un'anomalia ereditaria nel controllo della vasocostrizione delle arteriole che aiutano a regolare la pressione del sangue.
    L’ipertensione secondaria, invece, molto più rara, può essere causata dalla presenza di una malattia renale, di disturbi ormonali o dall'impiego di alcuni farmaci.

    Quali sono i fattori di rischio?
    L’obesità, uno stile di vita sedentario, lo stress, il fumo ed eccessive quantità di alcol o sodio nella dieta contribuiscono all’insorgenza dell'ipertensione arteriosa nei soggetti predisposti. Inoltre i cambiamenti dovuti all’età possono concorrere al suo sviluppo: invecchiando, infatti, le grandi arterie subiscono un graduale irrigidimento e le piccole arterie vanno incontro a una parziale ostruzione creando condizioni favorevoli allo sviluppo dell'ipertensione.

    Come si misura la pressione a casa?
    Per una lettura accurata, la pressione arteriosa deve essere misurata in posizione seduta dopo 5 minuti di assoluto riposo. Un valore pari o superiore a 140/90 mmHg è considerato elevato, ma la diagnosi non può essere basata su una singola lettura. Talvolta, perfino ripetute letture di valori molto alti non sono sufficienti per porre la diagnosi, perché, per esempio, le rilevazioni possono variare molto. Se il dubbio continua a persistere, si deve ricorrere al monitoraggio pressorio delle 24 ore (Holter pressorio). Questo dispositivo registra ripetutamente la pressione durante il giorno e la notte. Le letture determinano non solo la presenza di ipertensione, ma anche la sua gravità.

    Quali sono i cambiamenti utili nello stile di vita?
    L’esercizio aerobico moderato è essenziale. I soggetti con ipertensione primaria non devono limitare l’attività fisica se l’ipertensione è sotto controllo. L’attività fisica regolare contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e il peso e migliora la funzione cardiaca e la salute generale.
    Una dieta bilanciata, iposodica, ricca di fibre e povera di zuccheri contribuisce al buon controllo della pressione sanguigna.

    Quali sono i farmaci che regolano la pressione?
    I farmaci utilizzati nel trattamento dell’ipertensione vengono denominati antipertensivi. Grazie alla vasta gamma di antipertensivi disponibili, l’ipertensione può essere controllata in quasi tutti i soggetti, ma il trattamento deve essere studiato su misura per ogni individuo. Il trattamento è più efficace quando c’è un buon dialogo tra paziente e medico e una buona collaborazione sul programma terapeutico.

    Quali sono gli esami utili?
    La visita cardiologica, attraverso l'impiego dello stetoscopio, permette di rilevare i toni cardiaci. Un tono cardiaco alterato, definito quarto tono, è una delle prime variazioni cardiache causate dall’ipertensione. L'elettrocardiogramma (ECG) si esegue per rilevare eventuali alterazioni del ritmo cardiaco. L’ecocolordoppler cardiaco permette uno studio approfondito del funzionamento del cuore e delle valvole, in particolare dell’ispessimento del muscol o cardiaco secondario all'ipertensione.

  • Cos’è la valvola mitrale?
    La valvola mitrale è una valvola cardiaca che separa l’atrio sinistro dal ventricolo sinistro.
    È formata da due lembi che si aprono e si chiudono con il flusso del sangue all’interno del cuore. Questa valvola si apre completamente per far passare il sangue dall’atrio al ventricolo e si chiude perfettamente per impedirne il ritorno.

    Cos’è il prolasso?
    E’ un’alterazione nella struttura della valvola molto diffusa, soprattutto nella popolazione femminile. I lembi della valvola sono generalmente più lassi e lunghi rispetto al normale e ciò può comportare un non corretto funzionamento della valvola stessa.

    Quali sono le cause di prolasso?
    La causa del prolasso rimane sconosciuta. Generalmente è un disturbo ereditario che è presente dalla nascita.
    Ci sono anche malattie genetiche del tessuto connettivo, come la sindrome di Marfan, che possono causare il prolasso.

    Cosa succede quando la valvola prolassa?
    Quando la valvola prolassa non si chiude perfettamente, il sangue refluisce dal ventricolo all’atrio sinistro.
    Questo rigurgito di sangue si chiama insufficienza mitralica. La severità dell’ insufficienza mitralica è determinata del grado di malattia della valvola stessa. Più la valvola prolassa, più severa sarà l’insufficienza mitralica.

    Quali sono i sintomi?
    La maggior parte delle persone che soffrono di prolasso non ha alcun sintomo ed alcun problema medico.
    In casi molto rari il prolasso puo causare irregolarità nel battito cardiaco (aritmie), palpitazioni, tosse, dolore o fastidio al petto, affaticamento, ansia. Se l’insufficienza mitralica è di grado severo, il sangue puo refluire nei polmoni provocando problemi alla respirazione.

    Come si effettua la diagnosi?
    Durante la visita cardiologica, il Cardiologo ausculta il cuore con il fonendoscopio e, se i lembi della valvola sono prolassanti, sentirà un ‘soffio’.
    Esami di approfondimento sono l’elettrocardiogramma, che permette di vedere se sono presenti aritmie e l'ecografia cardiaca, che consente di visualizzare la valvola e quantificare il grado di insufficienza.

    E’ possibile prevenire il prolasso?
    No. Essendo una condizione congenita, ereditaria, non è possibile prevenirlo. Un buon controllo della pressione arteriosa può però evitare un peggioramento.

    Come si cura?
    Nella maggior parte dei pazienti il prolasso non necessita di alcuna terapia perché il disturbo è asintomatico e non crea complicanze. Se il paziente soffre di aritmie, può giovarsi di farmaci anti-aritmici come i beta-bloccanti. Nei casi più gravi è indicata una terapia diuretica ed un intervento di cardiochirurgia.

  • In condizioni di normalità, il cuore batte in modo ritmico. Quando compaiono le aritmie, il cuore perde la sua fisiologica regolarità. Scopriamo il perché.

    Cosa sono le aritmie ?
    Le aritmie rappresentano un disturbo del ritmo cardiaco. Il normale ritmo cardiaco è chiamato ritmo sinusale. Il ritmo sinusale è un battito regolare, ritmico con una frequenza compresa tra 60 e 100 battiti al minuto. Si parla di bradicardia per frequenza inferiore a 60 battiti al minuto e di tachicardia se superiore a 100.

    Quali sono i sintomi ?
    Quando compare un disturbo elettrico nella conduzione cardiaca, il battito può diventare troppo veloce, troppo lento o irregolare.
    La persona che soffre di aritmie può percepire palpitazioni, sensazione di ‘cuore in gola’, o battito accelerato senza una causa apparente. In casi rari, una aritmia può provocare la sincope o svenimento. Nel caso della Fibrillazione o Flutter atriale, la complicanza più temibile è l’ictus cerebrale.

    Quanti tipi di aritmie esistono?
    Le aritmie si possono suddividere in 2 grandi classi in base alla loro origine all’ intorno del cuore: le aritmie sopraventricolari e le aritmie ventricolari. Le aritmie sopraventricolari sono solitamente benigne; quelle ventricolari possono essere potenzialmente pericolose per la vita. Le aritmie possono presentarsi in forma singola, detta anche extrasistolia, o complessa.

    Cosa sono le extrasistoli?
    Le extrasistoli sono battiti anticipati rispetto al normale battito cardiaco. Si presentano in forma singola oppure in coppie o triplette. Possono manifestarsi come un battito accelerato o un tonfo al cuore. Nella maggior parte dei casi, fortunatamente, sono aritmie benigne. Raramente possono essere la manifestazione di patologie cardiache importanti.

    Perché compaiono le aritmie?
    Alcune persone nascono con una predisposizione a sviluppare aritmie a causa della presenza, all’interno del cuore, di vie elettriche anomale. Alcune forma di aritmie, come le extrasistoli, possono essere causate da stress, sostanze eccitanti, sonno disturbato ma, possono essere anche la manifestazione di patologie cardiache. Altre aritmie, come la fibrillazione atriale, insorgono a causa dell’ invecchiamento del cuore o per cattive abitudini nello stile di vita. Le tachicardie ventricolari invece, sono solitamente conseguenza dell' infarto miocardico e sono potenzialmente pericolose per la vita.

    Come si fa la diagnosi di aritmia?
    La visita cardiologica completa di auscultazione del cuore da parte del Cardiologo è fondamentale per capire il tipo di aritmia. L’elettrocardiogramma inoltre è sicuramente l’esame principe per la diagnosi di disturbi del ritmo del cuore. Talvolta però il singolo elettrocardiogramma non è sufficiente e, per poter fare una diagnosi di sicurezza, sono necessari approfondimenti diagnostici quali ad esempio l’ Holter ECG delle 24 ore.

    Come si cura l’aritmia?
    Fortunatamente esiste una terapia per ogni tipo di aritmia. Talvolta non è necessario ricorrere alla terapia farmacologica in quanto sono sufficienti cambiamenti nello stile di vita per risolvere il problema. Altre volte è indispensabile la terapia farmacologica con farmaci antiaritmici specifici. In casi selezionati, l’aritmia può essere risolta mediante l'ablazione transcatetere.

  • La Cardiologia Interventistica o Emodinamica è la disciplina medica che si occupa del trattamento delle patologie cardiovascolari, attraverso prestazioni sia diagnostiche che interventistiche.

    Oggi, questa disciplina si avvale di procedure avanzate e prevalentemente mininvasive trans-catetere, che permettono di intervenire anche sui pazienti più fragili.

    L'esame più comunemente eseguito dal Cardiologo Interventista è l'angiografia coronarica (coronarografia) per il trattamento delle arterie malate.

    Altri interventi effettuati in sala di Emodinamica sono:

    - sostituzione valvolare artica per via per cutanea (TAVI), in pazienti affetti da stenosi valvolare aortica severa.

    - Trattamento dell' insufficienza mitralica/tricuspidale.

    - Chiusura di comunicazioni anomale tra le camere cardiache.

    - Chiusura dell'auricola di sinistra, in pazienti con fibrillazione atriale e controindicazione alla terapia anticoagulante

Patologie trattate

CLINICHE E OSPEDALI CONVENZIONATE
PER PROCEDURE DI CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA

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